La Sacra Famiglia di Rogoredo - l'arte

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nello scorso articolo abbiamo percorso la storia della parrocchia dal suo nascere fino ai giorni nostri. Qui ci occuperemo della chiesa dal punto di vista architettonico e decorativo.
La chiesa fu progettata in stile romanico lombardo dall'architetto Oreste Benedetti e dall'ingegner Antonio Casati in pietra viva e mattoni. La sobria facciata, suddivisa in tre scomparti dalle lesene che la decorano, risulta slanciata grazie alle edicole che la sovrastano. Una trifora ed alcuni archetti ornamentali la alleggeriscono; la simmetria della facciata è ribadita dai tre portali, di cui quelli laterali riproducono in scala ridotta quello centrale; tutti e tre sono dotati di un piccolo pronao.

L'interno, diviso in tre navate, è a croce latina. Lo illuminano la trifora della facciata e una serie di bifore aperte lungo i muri laterali. Le colonne cilindriche di marmo si alternano ai pilastri a croce, conducendo all'altar maggiore, dietro il quale si può ammirare l'abside.
Questa, decorata dalle tempere del pittore Albertella, è sicuramente una delle zone più interessanti della chiesa dal punto di vista artistico, e quindi vi torneremo tra poco. Per concludere la panoramica, sono degne di nota le vetrate, su cui pure ritorneremo, la Via Crucis, elegante serie di altorilievi, e il fonte battesimale, recentemente rinnovato.

Passiamo allora a visitare l'abside. Essa è affrescata con quattordici figure allegoriche, di cui tre centrali e le altre di contorno.
Le figure centrali rappresentano le tre virtù teologali: Fede, Speranza e Carità; attorno ad ognuna di queste si trovano altre figure, per una suddivisione finale dell'affresco in tre scene.

La scena centrale vede protagonista la figura della Fede (bianca), la quale regge una croce ed un'eucaristia, simbolo della morte e resurrezione di Gesù rinnovata ogni giorno nella S. Messa. Essa è contornata da quattro figure, ognuna delle quali, con il suo atteggiamento, rappresenta un possibile approccio alla Fede.
Delle due figure poste nella parte alta della scala, quella di sinistra esprime l'abbandono nella fede, e rappresenta la Fiducia, mentre quella di destra esprime sorpresa di fronte alle verità della Fede e rappresenta lo Stupore. Le due figure nella parte bassa della scala esprimono invece due sentimenti contrastanti. Quella di destra, a capo chino, in un atteggiamento prudente, rappresenta il Dubbio, mentre quella di sinistra, a busto eretto, sicura, rappresenta la Ragione.
Il quadro completo quindi si può leggere come i vari modi di accogliere la fede: con fiducia, con stupore, con il dubbio e con l'avallo della ragione.

Alla sinistra di questa si trova la scena incentrata sulla Speranza (verde), che regge un'ancora (simbolo di stabilità: ancora di salvezza), ed è contornata da tre figure.
La figura in alto a sinistra ha le mani giunte e rappresenta la Preghiera, alimento della Speranza, mentre quella in basso a sinistra, che tiene in mano una candela, rappresenta il Tempo, il cui scorrere consuma la candela così come consuma la nostra vita. La figura di destra infine ha lo sguardo fissato sulla Speranza, e rappresenta l'Appagamento, cioè il fatto di non desiderare più nulla di terreno, ma di puntare solo al trascendente.

L'ultima scena rappresentata nel catino absidale ha per protagonista la Carità (rossa), che ha tra le braccia un fanciullo, simbolo dell'amore per i piccoli e gli ultimi, ed un pellicano, che un tempo era ritenuto simbolo dell'amore. Essa è contornata da tre figure.
La figura centrale, inginocchiata, rappresenta la Petizione, perchè la carità è dono di Dio ed a lui va richiesta. La figura di sinistra sta leggendo un inno alla Carità e rappresenta la Gioia con cui si deve donare; la figura in alto a destra, infine, che sta donando un mazzo di fiori, rappresenta l'Azione di donare, che è il modo più diretto di esercitare la Carità.

Passiamo infine a dire due parole sulle vetrate, di molto più semplice interpretazione. Quelle lungo i muri laterali rappresentano i sette Sacramenti, mentre quelle nell'abside riproducono un'allegoria degli evengelisti.
La vetrate sono state disegnate da fra Damaso Bianchi, e realizzate da una ditta specializzata di Vaiano Cremasco. Il filo conduttore delle sette vetrate è il corso d'acqua, presente in tutte le immagini, che rappresenta il fluire della Grazia mediante i Sacramenti.
Inoltre, poichè si sono voluti calare i sette Sacramenti nella realtà di Rogoredo, in ogni scena è rappresentato nel paesaggio un elemento tipico del Borgo: il Redefossi, la Redaelli o altri soggetti.